L'amore ai tempi del Negroni

Siamo in piena primavera, quello strano periodo dell’anno in cui tutto si risveglia.
È un momento effimero che riesce però ad aprire un armadio rimasto chiuso in sé stesso per tutto l’inverno. Abbiamo voglia di aria, di cambiare i vestiti, di correre e di chiacchere all’aperto e poi, abbiamo voglia di amare.
Perché questa strana sensazione un po’ impigrita, si risveglia inattesa.
Guardavo una coppia che sedeva all’aperto nella prima sera primaverile di quest’anno, pervasa dai primi fiori profumatissimi; risate e sguardi davanti ai loro Negroni, lei un Miele e lui un Montecristo “perché è fruttato e fa primavera”.
Ecco, questa scena mi ha fatto pensare a quante persone si siano innamorate davanti a un Negroni.
Davanti al nostro bancone, le coppie si sono incontrate, aspettate, offese e baciate, lasciate e ricongiunte, amate con un Negroni tra le mani. Quasi come se questo magico cocktail fosse un complice che accompagna silenzioso la vita degli innamorati.
Gabriel García Márquez ha fatto dire al personaggio Florentino che “l’amore ha gli stessi sintomi del colera”, quasi si diffondesse come una malattia contagiosa; l’amore ai tempi del Negroni è diverso ma chi ne è colpito, si lascia andare e con un po’ di coraggio si fa abbracciare dall’aroma deciso e dal tintinnare del ghiaccio nel bicchiere.
Non a caso, il nostro Negroni nasce proprio da una storia d’amore che non conosce cura.
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