Memorie di Vermouth

Se il Negroni ha una storia celebre e un nome le cui origini sono da tutti conosciute, il Vermouth (o vermut oppure vermutte) non proprio.
Questo vino liquoroso aromatizzato è tornato di moda negli ultimi tempi e sempre più spesso fa da base ai baman e ai dottori della miscelazione per i più disparati e fantasiosi cocktails.
Usato un po’ in tutto il mondo, vanta 5 categorie ammesse e una moltitudine di etichette ma le sue origini rimangono ancora incerte.
Pare che già in tempi antichissimi gli uomini avessero l’abitudine di aromatizzare il vino con infusi di erbe – assenzio compreso – e spezie; Grecia e Roma non furono da meno e la pratica si consolidò quando noce moscata e cannella arrivarono dall’Oriente. Durante il 1600, i tedeschi erano soliti mettere in infusione nel vino erbe e radici, in particolare l’assenzio che in lingua tedesca si chiama proprio Wermuth.
Ma dobbiamo aspettare il 1786 per bere il Vermouth come noi lo conosciamo oggi e il Sig. Antonio Benedetto Carpano che a Torino ebbe l’intuizione per creare il Vermouth moderno.
Carpano cominciò la sua carriera come garzone di bottega ma dopo studi da erborista, elaborò la formula vincente aggiungendo al vino bianco un infuso di erbe e spezie con circa 50 diverse componenti, lasciate a macerare in alcool.
Fu uomo di grande cultura e grande appassionato di Goethe e chissà che proprio il poeta tedesco che pare fosse un casanova, non gli dette lo spunto per il Vermouth, una bevanda più adatta alle signore perché meno forte del vino. Le dame del tempo ne accolsero con piacere il gusto dolce e il Vermouth divenne presto celebre in Italia e nel resto di Europa.
Le nostre memorie di Vermouth sono però più recenti, arrivano a quel tempo in cui scoccava l’ora del Vermouth ed era subito aperitivo; in casa tutti ne avevano una bottiglia e non solo per gli ospiti perché era abitudine berne un pochino prima dei pasti, utilizzando piccoli bicchieri sistemati sui vassoi al centro del tavolo.
Gli anni della Dolce Vita romana ne hanno fatto un rito in cui il Vermouth veniva ordinato nei locali e ai banconi dei grandi hotels da belle donne e attrici che lo gustavano in bicchieri raffinati.
Tra un cin cin sofisticato e un “vermuttino” ordinato al bancone del bar, il Vermouth ha fatto storia.
Poi si sa, anche i migliori hanno momenti di défaillance e per qualche motivo di moda e di gusti, il vino liquoroso ha perso un po’ di notorietà.
Ma negli ultimi anni, complici i nuovi cocktails con sapori sempre più accentuati e la ricerca di quel fascino che abbraccia le cose un po’ rétro, il Vermouth è rinato ed è di tendenza.
Per noi, inutile dirlo, lo è sempre stato.
Comments
Lascia il tuo commento